I vertici di Apple hanno precisato la loro opinione relativa alle continue richieste che provenivano da Amazon e da una schiera di società, le quali si ertano dichiaratamente schierate contro il trademark “App Store”. I vertici della “Mela” hanno ribadito però che, a loro giudizio, la registrazione resta valida, in quanto “App Store” non è assolutamente un termine generico, ma riferito ai negozi multimediali Apple e nel momento in cui viene utilizzato senza la necessaria autorizzazione si va a commettere una vera e propria violazione.
I maggiori antagonisti di Apple in questa “battaglia dei nomi” sono di sicuro Amazon e Microsoft, al punto che la prima si sta tuttora battendo con forza, avendo chiamato il proprio marketplace “Amazon Appstore”, sostenendo dal canto loro che i due termini “App Store” costituiscono qualcosa di vago e generico che non può essere proprietà di un unico proprietario e nello specifico qualcosa che anche Steve Jobs in persona avrebbe già usato in condizioni generiche.
Bisognerà vedere come si concluderà la causa che si terrà presso la Corte Federale di Oakland, in California.